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Valmet sarà a Ecomondo 2024 con le divisioni RAEE, Ecology e Refining

Anche quest’anno Valmet parteciperà a Ecomondo, evento internazionale dedicato ai settori della green and circular economy, che riunisce industrie, policy maker, opinion leader, mondo della ricerca e delle istituzioni per mettere a sistema gli elementi chiave che definiscono le strategie di sviluppo della politica ambientale europea.

Dal 5 al 8 novembre le divisioni Valmet RAEE, Valmet Ecology e Valmet Refining saranno allo stand 102, al padiglione B3 del Rimini Expo Centre, dedicato alla gestione sostenibile dei rifiuti e al riciclo.

Sarà un’occasione importante per poter raccontare a diversi stakeholder alcune tra le attività cardine del gruppo: dall’acquisto delle schede elettroniche e il recupero dei metalli preziosi di Valmet RAEE, allo smaltimento dei rifiuti e consulenza ADR di Valmet Ecology, fino al recupero e alla commercializzazione di metalli preziosi da rifiuti e scarti di lavorazione da parte di Valmet Refining.

Non perdere questo appuntamento con l’innovazione e la sostenibilità.

Ti aspettiamo a Rimini nel Quartiere Fieristico, padiglione B3, stand 102

Nuovo direttore tecnico per la divisione Refining. Intervista a Lorenzo Romualdi

È con grande piacere che annunciamo il nuovo Direttore Tecnico Impianti Rifiuti della divisione Refining, Lorenzo Romualdi. Con una vasta esperienza nel settore e una determinazione incrollabile, Romualdi si propone di portare la divisione Refining ad un livello superiore, concentrando i suoi sforzi sulla gestione efficace dei rifiuti e sull’ottimizzazione delle operazioni.

Ma qual è il ruolo del Direttore Tecnico Impianti Rifiuti? Egli svolge un ruolo chiave nell’assicurare che gli impianti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti operino in modo sicuro, conforme alle normative e rispettoso dell’ambiente. Il DTIR assicura che tutte le operazioni rispettino le normative vigenti sulla gestione dei rifiuti; si occupa della sicurezza degli operatori e dell’ambiente circostante, implementando misure preventive; prepara e attua piani di emergenza per gestire situazioni critiche come incidenti o fuoriuscite di sostanze pericolose; e mantiene aggiornate le conoscenze sulle normative e le best practices del settore attraverso formazione e revisione delle disposizioni normative.

Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Romualdi per saperne di più sui suoi piani e obiettivi per il futuro.

Cosa ti proporrai di attuare nel tuo nuovo ruolo di Direttore Tecnico della divisione Refining?

Nel mio nuovo ruolo, mi concentrerò principalmente sulla supervisione del ciclo dei rifiuti in tutte le sue fasi, garantendo il rispetto delle linee guida stabilite. Per raggiungere questo obiettivo, intendo focalizzarmi su quattro pilastri fondamentali: formazione; organizzazione; comunicazione e collaborazione; fiducia. È cruciale che tutti i dipendenti coinvolti acquisiscano le conoscenze necessarie e comprendano le varie problematiche e criticità legate alla gestione dei rifiuti.

Quali sono gli obiettivi che ti prefiggi per il 2024 e per gli anni a venire?

Per il 2024, il nostro obiettivo primario è consolidare ed ottimizzare la gestione dei rifiuti in ingresso ed uscita dall’impianto, con particolare attenzione alla sicurezza ed all’ambiente. Inoltre, abbiamo appena definito una modifica autorizzativa che ci consentirà un incremento delle potenzialità produttive e stiamo facendo progressi nella progettazione di nuovi sistemi di abbattimento e recupero energetico dalle emissioni. Stiamo operando in un contesto di transizione ed espansione delle potenzialità aziendali, quindi è fondamentale affrontare queste sfide con determinazione e pragmatismo.

Quali sono le principali sfide e opportunità che Valmet Refining affronta?

Oltre all’importanza di una gestione sicura ed attenta all’ambiente, la sfida principale è rappresentata dalla transizione digitale: trasferire procedure operative e buone pratiche consuetudinarie ed implementarle in un sistema gestionale informatizzato; ovvero uno strumento per incrementare la tracciabilità e la rendicontazione dei risultati ottenuti dal trattamento dei rifiuti. Inoltre, stiamo pianificando espansioni future e valutando nuovi progetti per inserire nuove tipologie di trattamento per intercettare e gestire flussi e tipologie di rifiuti diversi che sono diventati di interesse a seguito del nostro ingresso in Legor Group. Si tratta di un lavoro lungo e impegnativo, sia sul fronte interno ai fini di una nostra riorganizzazione, sia sul fronte esterno per i rapporti con gli enti e per le dovute richieste di autorizzazione. Sono queste le sfide che offrono sicuramente maggiori opportunità di crescita e miglioramento.

Il recupero dei metalli attraverso l’impianto di strippaggio

Impianto di strippaggio: un esempio concreto di economia circolare applicata 

L’impianto di strippaggio o stripping, vale a dire di asportazione di metalli dallo strato superficiale, nasce in risposta alla volontà di ampliare qualitativamente e quantitativamente le potenzialità di recupero di Valmet, realizzando contemporaneamente il paradigma dell’economia circolare. L’idea è semplice: recuperare rimanenze di magazzino e scarti di produzione in maniera economica, sostenibile, usando energia rinnovabile, in circuito chiuso senza consumare acqua e reimmettendo totalmente i materiali componenti nella filiera produttiva.

Valmet Refining ha iniziato a sviluppare questa idea, attraverso un impianto dinamico, versatile e in continua evoluzione, pensato per migliorarsi anno dopo anno sia nelle performance produttive, sia nella riduzione dei consumi e degli impatti.

Modalità di recupero
È ampiamente diffuso l’interesse al recupero di specifici scarti, come ad esempio gli accessori moda, rivestiti all’esterno di metalli preziosi, ma composti all’interno da metalli originariamente considerati di meno valore e poi rivalutati dallo stesso mercato di riferimento, come il rame e le sue leghe (zama e ottone). Proprio per questo l’impianto di strippaggio tratta prevalentemente materiali provenienti dal settore galvanico, dalla moda e dal mondo del bijou, da cui arrivano avanzi di magazzino, prodotti di scarto, quali campioni utilizzati per test, dunque manipolati o rovinati, articoli difettati o imperfetti.

Come avviene
Attraverso un sistema completamente automatizzato, il rivestimento prezioso esterno viene separato dal supporto per mezzo di reazioni chimiche o elettrochimiche e di una fase di lavaggio, in seguito alla quale i metalli costituenti la matrice sono pronti per essere reimmessi nel mercato. Grazie all’adozione di un programma di gestione con software dedicato, l’operatore non entra mai in contatto diretto con soluzioni e reagenti durante le varie fasi che consentono di recuperare i metalli. Gli oggetti e i metalli preziosi superficiali, in uscita dal processo,  vengono stoccati in apposite aree e poi destinati ad ulteriore raffinazione o alla reimmissione diretta nel mercato, a seconda della tipologia e della loro composizione.

Quali sono le possibili evoluzioni
Il work in progress è su due fronti: il primo è burocratico, ottenere la qualifica di fine rifiuto (EOW) per i metalli in uscita dal processo. Come spiegato in precedenza si tratta di metalli di valore ai quali mal si addice “l’etichetta di rifiuto”, vogliamo quindi utilizzare anche gli strumenti giuridici a disposizione affinché venga superato il gap che separa il progresso tecnologico da quello normativo. L’altro progetto prevede di rendere l’impianto ancora più sostenibile ed indipendente, mediante il rifornimento di acqua ed energia provenienti da autoproduzione e recupero interno.